Agosto Montefalchese
Rivive ogni anno a Montefalco la “Corsa dei Bovi”, rievocazione incruenta di un giuoco popolare di cui parlano diffusamente le cronache antiche della città. “…tiratu da cento vraccia, strittu da ‘na corda…”, prigioniero, il Bove saliva, nei giorni di Natale, le vie cittadine.
Ad attendere il passaggio per soppesarne la combattività, la resistenza, una folla tumultuosa e vociante.
Protetti da robuste cancellate in quercia, i più pregustavano già le violente emozioni della lotta contro la bestia poderosa, la sicura vittoria degli animosi che l’avrebbero di lì a poco, sfidata e sopraffatta.
Nella piazza del Certame, la “Giostra”!
Abbeverato di vino e pepe, schiumante, furente, il bove scaricava la sua rabbia ferina contro gli uomini che agitando stracci scarlatti e pupazzi di pezza lo incitavano beffardi, contro le botti di legno in cui cercavano scampo alla sua furia.
Finché la bestia, stremata dal giuoco crudele, non cedeva alle mute dei cani ringhiosi cui veniva lasciata per il “colpo di grazia”… il giorno di Natale le sue carni allietavano tutte le tavole.
E non c’era famiglia, benché povera, che non ne consumasse almeno una libbra, per “devozione”.
Uno dei momenti salienti della “ Fuga del Bove” è il Corteo Storico, nella cui spettacolarità, rivivono le atmosfere dell’epoca rinascimentale, le sue luci, le sue ombre, i fervori, i fermenti della Città di Montefalco, che in quel momento della storia, toccò i vertici del suo fulgore artistico, culturale, sociale.
Di quell’età, ogni anno, il Corteo Storico, cui prendono parte oltre quattrocento figuranti, ripropone gesta, personaggi, suggestioni, desumendoli da pazienti e rigorose ricerche d’archivio, rinvigorendo le radici del passato.
Ecco così di volta in volta, rivivere nella più compiuta cornice d’epoca, nella più scrupolosa ricerca di costume, nella più fedele ricostruzione delle situazioni, la Montefalco aristocratica ed austera dei Papi, dei Principi, dei Condottieri; quella gaia e popolaresca dei riti agresti, delle leggende, delle superstizioni, dei musici, dei saltimbanchi, dei giocolieri: una “danza professionale” dove il passato sembra toccare il presente e la storia assumere dimensione poetica.
Le Taverne
Fregiate dei colori e delle insegne di ciascuno dei quattro Quartieri, si animano nei luoghi più suggestivi della Città, all’interno delle mura cittadine. Punto di riferimento di tutti i quartieranti che vi vivono goliardicamente, lo spirito di bandiera, trasmettono al frequentatore “forestiero” l’umore festoso dell’essenzialità, il piacere ritrovato dell’autenticità.
Accedere alla Taverna significa gustare gli antichi sapori della gastronomia locale, la fragranza dei Vini DOCG; l’aroma dell’olio delle colline del “Castellare”.
Sbandieratori, Tamburini, Balestrieri, Staffettisti
Figure ormai emblematiche di ciascun Quartiere, noti per la perizia oltre i confini del territorio, gli Sbandieratori ed i Tamburini di Montefalco, scendono in campo per la conquista del “Falco d’oro”. Uno spettacolo entusiasmante, un rutilare di bandiere, colori, figure, ritmi: un indimenticabile “ritorno” nel passato, un’atmosfera magica nella splendida cornice della piazza rinascimentale. Solenne la gara della Balestra. Eleganti nei loro sobri costumi, tesi al bersaglio, avvolti dal silenzio della folla, i balestrieri si scolpiscono sulla facciata del vetusto Palazzo Comunale pavesato di arazzi e vessilli, richiamando la memoria di favolose gesta e nobili tenzoni.
Antagonismo, rivalità, clima di fuoco per la gara della Staffetta, in cui le “batterie” di ciascun colore misurano fino allo stremo la propria generosità per consegnare alla propria bandiera la vittoria.
Gara “rovente” in cui bruciano gli animi dei Quartieranti, rivivendo le passioni ed i bollenti umori.
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